Competenze e leadership: le PMI a rischio

Competenze e leadership: le PMI a rischio

I dati parlano da soli.

L’Italia è leader in Europa per numero di piccole e medie imprese (PMI), le quali rappresentano il 93% del patrimonio imprenditoriale.

Meno del 20% delle aziende sopravvive alla seconda generazione, solitamente per mancanze nel curriculum e per carenze di management skill da parte dei nuovi manager che subentrano.

Inoltre l’Istituto di analisi e consulenza Gallup rivela che la meta dei dipendenti di queste imprese si licenzia per cause legate alla cattiva gestione aziendale, mentre un altro studio riporta che nel 2022 le dimissioni sono arrivate a rappresentare il 67% del totale delle cessazioni di lavoro, all’interno delle PMI.

Un altro studio di The Predicitive Index indica che la cattiva gestione aziendale implica non consapevolezza di sé e poco interesse per lo sviluppo degli altri.

Al contrario i manager leader sono appassionati e compassionevoli.

Quindi, se sei a capo di una team di lavoro o di una PMI, devi confrontarti tutti giorni con i temi delle competenze e della leadership.

Proviamo a fare ulteriore chiarezza.

Le competenze sono rappresentate dall’insieme di conoscenze, abilità (insite) e capacità (acquisite): una “scatola degli attrezzi” indispensabile per svolgere un ruolo in un’attività professionale specifica. Sono anche conosciute come hard skill.

La leadership è invece la capacità di guidare un team o un’azienda verso un obiettivo comune,  motivando ciascun individuo, dando il giusto feedback in termini di quantità e qualità, adattandosi a situazioni in continua evoluzione. Qui sono le soft skill a fare la differenza.

Fare chiarezza rispetto a hard skill e soft skill è rilevante quando assumi un nuovo collaboratore, anche al fine di impostare percorsi di crescita e sviluppo in grado di sostenere il raggiungimento degli obiettivi/risultati.

Avere chiaro queste differenze è importante perché, per far crescere l’organizzazione, dobbiamo guardare ai collaboratori e ai dipendenti come a dei portatori di conoscenze, capacità e comportamenti orientati a produrre un risultato.

Nel contesto economico in cui viviamo le competenze, le abilità e le management skill dei nostri collaboratori sono un vero e proprio patrimonio da gestire al meglio.

Per questo, noi di MAP iniziamo i nostri percorsi con una diagnosi collettiva guidata, a partire dalla quale si definisce una roadmap e degli indici ROI e si progetta un accompagnamento duraturo.
Il cambiamento non accade in pochi giorni, ma parte dalla consapevolezza di sé e della motivazione a cambiare.

Con un questionario di autoconsapevolezza (lo stesso utilizzato dalla NASA per selezionare e preparare gli astronauti) rendiamo responsabile ciascun membro della squadra.

Ciò permette al manager, all’imprenditore o al capo di creare adesione ad un insieme di valori, di riconoscere i talenti, i bisogni, le motivazioni di ciascuno, di costruire squadre ove le diversità di personalità, di approccio, di pensiero, di competenze, di abilità, di età, di genere sono percepite come un tratto distintivo e apprezzato della cultura aziendale.

Così facendo, l’azienda riesce a crescere e ad operare le transizioni generazionali, rimanendo al passo con la società che cambia.

Continua a seguirci: in uno dei prossimi articoli approfondiremo la distinzione tra talento e competenze e capiremo come fare a valorizzare entrambi.

 

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